Una madre intercede sempre per evitare spiacevoli situazioni, alla madre ci si affida sempre. Dalle nozze di Cana alla storia contemporanea, dal passaggio del testimone all’apostolo prediletto Giovanni sotto la Croce fino al miracolo della liberazione della peste della nostra città di Castellana Grotte. Nell’apertura del Giubileo e della Porta Santa, vissuta nella sera della Vigilia di Natale nella Basilica di San Pietro in Vaticano, siamo rimasti incantati dalla splendida immagine di Santa Maria della Speranza, statua ottocentesca lignea napoletana, appartenente al Santuario omonimo di Battipaglia (SA) dove la Vergine Maria è patrona. Un’esposizione straordinaria per questa sacra Immagine che si prolungherà fino all’Epifania, quando poi rientrerà nella sua città di appartenenza, ma soprattutto uno splendido sguardo del Santo Padre Francesco e di tutta la Chiesa, attenta ai culti e alle tradizioni di devozione popolare che alla Madonna da sempre rivolgono sempre particolare affetto.
Anche nella nostra città di Castellana Grotte abbiamo questo grande dono. Nel 1691, quando tutto ormai sembrava perduto, un sentimento non è stato mai smarrito: la speranza. Don Giosafat Pinto e don Giuseppe Gaetano Lanera posero sé stessi e tutta la città nelle mani della Madre Santa, perché chi si affida a Suo Figlio Gesù per tramite di Lei, siatene certi carissimi fratelli e sorelle, non rimane mai deluso. La dedicazione di questo Giubileo alla speranza è la volontà di papa Francesco di farci riscoprire una delle tre virtù teologali, “la più piccola di queste ma quella più forte. E la nostra speranza ha un volto: il volto del Signore risorto, che viene con grande potenza e gloria”, affermò il Santo Padre nell’Angelus del 15 novembre 2015. San Francesco d’Assisi, nelle Lodi a Dio Altissimo, esclama “Tu sei la nostra speranza” (FF 261), “Egli non abbandonerà tutti quelli che sperano in lui” (FF 287, Cfr Sal 33,23). In altri vari interventi, il papa ci guida alla scoperta della speranza dicendoci che ha bisogno di pazienza, perché alla fine da lei non saremo mai delusi ma soprattutto ci avviciniamo a lei per tramite della nostra vita, seminando come testimoni di fede e affidando al Padre la crescita, accostandoci all’Eucaristia, pregando, leggendo la Parola del Signore, aiutando i poveri e vivendo la vita comunitaria.
In questa occasione, anche il Santuario “Santa Maria della Vetrana” intende affidarsi in modo speciale al Signore tramite la sua Madre Santissima, che veneriamo con il titolo di Madonna della Vetrana, custode della speranza dei tanti castellanesi che quotidianamente la pregano, la cercano nel suo Santuario e chiedono a Lei di continuare a dispensare “favori e grazie”.
Alle porte della festa di gennaio, che ricorda la miracolosa liberazione della città dalla peste per intercessione della Vergine Maria, l’Immagine processionale della Madonna della Vetrana è stata intronizzata in modo speciale già nei primi vespri della solennità di Maria SS. Madre di Dio, nella serata del 31 dicembre, in una giornata che affonda le sue radici nella storia più antica della chiesa. Il “Natale Sanctae Mariae” comincia a essere celebrato a Roma nel VI secolo, probabilmente contemporaneamente alla prima dedicazione di una chiesa alla Vergine: Santa Maria Antiqua al Foro Romano. Viene festeggiato il Primo gennaio in quanto ottavo giorno dopo il Natale, fino al 931, quando, in occasione del quinto centenario del Concilio di Efeso, Papa Pio XI ne spostò la memoria all’11 ottobre proprio in ricordo del giorno in cui si svolse il concilio. Si è tornati a celebrare la solennità il Primo gennaio con la riforma liturgica del 1969. Dal 1967, infine, per volontà di Paolo VI, in corrispondenza di questa solennità e nel nome di Maria si celebra anche la Giornata mondiale della Pace, intesa come massimo dono di Dio all’uomo, cioè la salvezza.