Avvento: il tempo dell’incontro che cambia tutto


L’Avvento è molto più di un periodo che anticipa il Natale. È un tempo unico, dove siamo chiamati ad aprire il cuore, a riscoprire il senso dell’attesa e ad accogliere il Dio che viene. Non è solo memoria di un evento passato, ma un invito a prepararsi all’incontro, qui e ora, con la certezza che Lui verrà ancora. Un incontro che ha la forza di cambiare tutto.

Avvento: un tempo che abbraccia passato, presente e futuro

L’Avvento si muove in tre direzioni: Cristo che è venuto, Cristo che viene oggi e Cristo che verrà nella gloria.

         •         Cristo che è venuto.

Gesù ha cambiato la storia nascendo in quella grotta di Betlemme. Il primo Natale non è solo un ricordo, ma il fondamento della nostra speranza. Come ci insegna la liturgia: “Tu sei venuto per donarci la salvezza e ci doni la certezza che verrai di nuovo.” Quell’evento ci ricorda che Dio è fedele e mantiene sempre le sue promesse.

         •         Cristo che viene oggi.

Questa è la venuta quotidiana, quella che accade in ogni uomo e in ogni tempo. Nei piccoli gesti, nelle persone che incontriamo, nei sacramenti, specialmente nell’Eucaristia, Cristo continua a venire. Papa Francesco insiste su questo punto: “Dio cammina con noi ogni giorno, attraverso chi soffre, chi gioisce, chi ama.” È qui che l’Avvento diventa un tempo per accorgerci di Lui.

         •         Cristo che verrà.

Il Credo ci fa professare: “Verrà nella gloria per giudicare i vivi e i morti”. Questa è la meta finale della nostra attesa. Vivere l’Avvento significa imparare a guardare oltre, a vivere con una speranza che non delude. Come dice Giovanni nel Vangelo: “Io vado a prepararvi un posto… e tornerò per prendervi con me.” (Gv 14,2-3).

Come vivere l’Avvento? Prepararsi come innamorati

Vivere l’Avvento significa prepararsi all’incontro con Gesù, proprio come un innamorato si prepara per chi ama. Il Cantico dei Cantici ci offre un’immagine viva di questa attesa: “Mi alzerò e farò il giro della città; voglio cercare l’amato del mio cuore… Quando lo trovai, lo strinsi fortemente e non lo lascerò più.” (Ct 3,2-4).

Questa corsa verso il Signore deve caratterizzare le nostre giornate:

         •         La preghiera: è il tempo per il silenzio e l’ascolto. Solo così possiamo riconoscere la voce di Dio che ci chiama.

         •         La carità: l’Avvento ci invita a vedere il volto di Cristo nei poveri e nei bisognosi. “Chi ama non aspetta: chi ama corre,” ci ricorda Papa Francesco.

         •         La semplicità: come la rappresentazione di Greccio, che San Francesco volle scarna e povera per sottolineare l’essenza del Natale, anche noi siamo chiamati a togliere il superfluo e a concentrarci sull’essenziale.

Il presepe: l’icona dell’Avvento

Il presepe è molto più di una decorazione natalizia: è una catechesi viva. Papa Francesco lo descrive così: “Il presepe è il Vangelo domestico, un invito a contemplare la semplicità e la tenerezza di Dio.” E tutto è iniziato a Greccio, nel 1223, quando Francesco d’Assisi allestì quella rappresentazione e fece celebrare l’Eucaristia. Quella scena, fatta di poveri pastori, un bue, un asinello e una mangiatoia, ci ricorda che Dio sceglie ciò che è umile per manifestare la sua gloria.

Guardare il presepe significa fermarsi, riflettere e lasciare spazio alla meraviglia. Gesù non viene con potere e clamore, ma con l’umiltà disarmante di un bambino. È così che si prepara anche il nostro cuore: con semplicità, lasciando da parte i rumori e le distrazioni.

Un invito alla gioia e alla corsa verso il Signore

L’Avvento è come una gara, ma non per arrivare primi: è la corsa dell’amore. San Paolo ci sprona: “Correte anche voi!” Non ci si può fermare. E come i pastori di Betlemme, dobbiamo andare senza indugio, pieni di stupore, verso quel Bambino che la Vergine Maria ci porge ogni giorno.

“Alzati, amica mia, vieni!” ci dice il Signore (Ct 2,10). E noi, risponderemo? Lasciamo da parte le distrazioni e prepariamoci davvero: con la preghiera, la carità, il silenzio e il desiderio. Gesù non tarderà. E quando lo troveremo, come il Cantico dei Cantici ci insegna, stringiamolo forte e non lasciamolo mai più.

Buon Avvento, buon Natale. Il Signore viene, e viene per te.

Fra Alessandro Mastromatteo

Ministro Provinciale

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